Cercemaggiore è un comune italiano di 3,603 abitanti della provincia di Campobasso, in Molise.
Testimonianze dell'epoca italica sono date da vari ritrovamenti archeologici. Il territorio era controllato dai Sanniti, e successivamente colonizzato da Roma. L'economia principale era la pastorizia, poiché vi passava il tratturo. Come documentato dal Vannozzi il nuovo centro fu costruito nel IX secolo durante il dominio dei Longobardi, assieme ai villaggi fortificati di Monticelli (nel comune di Cercepiccola), Quadrano (Gildone) e Rocca Quatrani. Dopo il mille il villaggio primitivo, posto sulla sommità della montagna di S. Maria, subì l'attacco dei nuovi colonizzatori normanni, venendo distrutto e ricostruito dai nuovi signori poco più in basso. L'origine del toponimo "Cerce" è semplicemente la normale traduzione fonetica dal latino tardo "Cercia" nella lingua corrente e sta ad indicare l'albero di cerro (Quercus cerris), che è anche l'emblema storico araldico del paese.
Con il governo di Ferdinando d'Aragona nel XV secolo il feudo faceva parte del Contado di Molise, appartenuto poi ai Caracciolo e ai Carafa. Nel '400 vi fu portata una statua della Madonna della Libera, sopra un colle sovrastante il borgo, dove venne edificato un santuario. Dopo l'abolizione del feudalesimo nel 1806, Cercemaggiore passò dalla Capitanata alla provincia di Molise e nel febbraio 1861 alla Campania, con la nuova provincia di Benevento. Tornò (unico fra i tanti comuni molisani tolti definitivamente al Molise) alla provincia di Campobasso solo dopo 66 anni di lunghe battaglie politiche, nel 1927.